Lo screening cervicale

Dati di attività dal 2017 al 2021

Dopo la sospensione della erogazione dei test di screening nei mesi di marzo e aprile 2020 in seguito all'epidemia di Covid-19, i dati di attività del 2021 riflettono la ripresa delle attività di screening, con modalità differenti fra le varie Regioni, anche in relazione alla disponibilità ed utilizzo di stanziamenti specifici per il recupero dei ritardi delle prestazioni (decreto-legge n. 104 del 2020 e successivi). Rispetto al 2020, si osserva infatti un considerevole aumento del numero delle donne invitate, aderenti all’invito e che hanno eseguito un esame di screening con Pap test o test Hpv, nell’età 25-64 anni (Tabella 1).
Prendendo come riferimento il 2019 [1], si mantiene una riduzione del numero delle donne invitate (circa 400.000) ed esaminate (circa 200.000). La riduzione del numero di donne esaminate dipende non solo dalla riduzione del numero degli inviti, ma anche dalla riduzione dell’adesione osservata (41% vs 39%), seppur in aumento rispetto al 2020. Bisogna inoltre considerare la riduzione degli inviti e gli esami attesi nel 2021, per effetto dell’allungamento dell’intervallo di screening in seguito all’introduzione progressiva del test Hpv nelle Regioni.
Considerando l’adesione per classi di età, rispetto al 2020, nel 2021 si osserva un aumento in tutte le classi, ed in particolare nella fascia 55-64 (+8%), rimanendo tuttavia inferiore ai livelli pre-pandemici (-2%) (Tabella 2).

[1] Come sottolineato nelle survey quantitative condotte dall’Ons, trattandosi di una comparazione tra due anni consecutivi, non si è in alcun modo tenuto conto della situazione di contesto del 2019, relativa all’obiettivo di estensione e al suo reale raggiungimento. Comunque la differenza fra il 2020 e il 2019 ci dice della differenza rispetto alla “normalità” precedente’’.

Tabella 1Donne che hanno fatto effettuato un Pap test o test Hpv di screening e adesione corretta all’invito. Periodo 2017-2021. 


Tabella 2.  Adesione all’invito allo screening cervicale per fasce di età**. Periodo 2017-2021. 


**sono incluse solo le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni per cui è disponibile l’informazione sulle classi di età.

Screening con Pap test come test primario, donne di 25-64 anni di età

Rispetto al 2020, nel 2021 si osserva un aumento del numero degli inviti, e del numero delle donne che hanno eseguito un Pap test di screening, comunque inferiori a quelli del 2019.  A fronte di un aumento della proporzione di donne che aderiscono all’invito, che ritorna ai livelli pre-pandemici (34% nel 2019 vs 35% nel 2021), la riduzione nel numero di inviti ad eseguire un Pap test come test di screening, e degli esami eseguiti nel 2021 è anche una conseguenza dell’introduzione progressiva del test Hpv nelle varie Regioni. 

Confrontando gli indicatori del 2019 con quelli del 2021 (Tabella 3), si osserva una riduzione dei prelievi inadeguati al 2,8%, (decisamente entro il livello desiderabile <5% degli standard Gisci), un lieve aumento della proporzione di donne inviate in colposcopia, una riduzione dell’adesione tra le donne inviate in colposcopia per qualunque alterazione citologica (colposcopia per ASCUS+). Torna comunque ai livelli pre-pandemici l’adesione tra le donne inviate in colposcopia che presentavano alterazioni più gravi (colposcopia per HSIL+). Come atteso si riduce il numero complessivo delle lesioni con istologia CIN2 o più grave (CIN2+), ed anche il numero delle lesioni CIN2+ individuate ogni 1000 donne. La probabilità di una donna inviata in colposcopia di avere effettivamente una lesione che richiede un trattamento (lesioni con istologia CIN2+) (VPP) si conferma in progressiva riduzione (13%), con un progressivo aumento del numero di colposcopie necessarie per diagnosticare una lesione CIN2+.

Tabella 3. Principali indicatori dello screening con Pap test* e adesione agli standard di qualità. Periodo 2018-2021.


*il dato include sia i programmi che invitano solo 25-29enni con Pap test poiché invitano le donne 34-64enni con test primario Hpv, sia quelli che invitano tutta la popolazione con Pap test.
**il denominatore del tasso di identificazione (DR per 1000)  è inferiore rispetto al numero di esaminate presenti in questa tabella perché hanno fornito i dati per questo indicatore un numero inferiore di programmi rispetto a quelli che lo hanno fornito per il calcolo delle esaminate.

Quando consideriamo la suddivisione per area geografica (Tabella 4), gli indicatori riflettono le diverse velocità di ripresa delle attività delle Regioni in seguito alla pandemia da Covid-19. Nel 2021 l’adesione all’invito torna ai livelli pre-pandemici al Nord, si riduce ulteriormente al Centro, aumenta al Sud e Isole. Rispetto ai livelli pre-pandemici, nelle tre aree si osserva una riduzione degli esami inadeguati, si mantiene più elevata la proporzione di donne inviate in colposcopia, accompagnata da una riduzione della probabilità di avere effettivamente una lesione che richiede un trattamento e quindi ad un aumento del numero di colposcopie necessarie per identificare una lesione. Il tasso di identificazione si mantiene costante nelle aree del Nord, è in aumento al centro, si riduce in modo importante al Sud e Isole. Quest’ultimo dato è legato ad un aumento delle donne che hanno fatto un Pap-test, e ad una concomitante riduzione dell’adesione tra le donne inviate in colposcopia per qualunque alterazione citologica (colposcopia per ASCUS+), e quindi ad un numero inferiore di lesioni individuate (ogni 1000 donne che hanno fatto il Pap test).

Tabella 4. Screening con Pap test. Principali indicatori per area geografica. Periodo 2018-2021.



Screening con Hpv test come test primario

Nel 2020, 75 programmi di screening hanno utilizzato la ricerca del Dna di tipi “ad alto rischio” di Papilloma virus umano (Hpv) come test primario di screening. Tutti i programmi regionali hanno utilizzato il test Hpv in 13 regioni.

La progressiva conversione da Pap-test a test Hpv è stata raccomandata nel 2013 dal Ministero della Salute alle regioni. Si sono rese necessarie una fase di riorganizzazione a livello regionale e il passaggio diluito su 3-4 anni al fine di evitare sbalzi dell’attività dovuti al cambio di intervallo tra due test (da 3 a 5 anni). Come atteso, si osserva un aumento modesto nei primissimi anni e più marcato successivamente: nel triennio 2013-2015 la proporzione di donne invitate allo screening con test Hpv era del 14%, è salita al 23% nel triennio 2016-2018. Nel 2020 a livello italiano il 53% delle donne viene invitata a effettuare un Hpv test come test primario di screening, rispetto al 42% dell’anno precedente.

Si mantengono tuttavia importanti disparità sostanziali tra aree geografiche (Figura 1). In alcune regioni del Nord c’è stato un avvio tempestivo della conversione. Nel 2020 il 64% delle donne del Nord è stato invitato a screening con Hpv. Al contrario, al Sud, la proporzione di invitate al test Hpv rimane sostanzialmente inferiore nei trienni 2013-2015 e 2016-2018 confermando che in buona parte delle regioni non c’è stato l’avvio di una conversione al di fuori di alcuni programmi pilota (anche regionali) già esistenti. Negli ultimi due anni si osserva un aumento della proporzione, che arriva al 30% nel 2020. Al Centro, la proporzione di invitate all’Hpv è aumentata dal 13% nel triennio 2013-2015, al 34% nel triennio successivo, come risultato di una media tra alcune regioni che hanno avviato tempestivamente la conversione e altre che la stanno progressivamente realizzando. Nel 2020 arriva al 65%.      
L’adesione nel 2020 mostra una riduzione nelle tre aree geografiche, decisamente importante al Sud (-12%). La proporzione di donne positive al test è in aumento nelle tre aree, più elevata al Centro, con una media italiana del 9,1%.

Tabella 5. Screening con Hpv test. Donne invitate e aderenti in numero assoluto e in percentuale, positività all’Hpv test complessivo e per area geografica. Periodo 2018-2021.


§tra tutte le invitate a screening cervicale

Figura 1. Percentuale di donne invitate a screening con ricerca Hpv come test primario.

I dati sui programmi attivi disponibili per l’intero episodio di screening per coorti di invito mostrano un progressivo aumento del numero dei programmi, delle donne invitate e che effettuano un test Hpv come test di screening primario (Tabella 6).
Nel 2019, in Italia 73 programmi hanno invitato complessivamente 1.632.362 donne; il 45% ha aderito all’invito, in riduzione. La positività del test Hpv è dell’8%, in aumento. Le donne con test Hpv positivo ma con citologia negativa, invitate a ripetere un test Hpv dopo un anno, hanno aderito all’invito alla ripetizione nell’87% dei casi. Il tasso di invio in colposcopia (invio immediato + invio dopo ripetizione) è costante del 5% circa nell’intero periodo, con livelli di adesione del’88%, in riduzione. Il numero delle lesioni con istologia CIN2+ individuate ogni 1000 donne che hanno fatto lo screening si attesta al 6,4‰, in aumento.

Tabella 6. Screening con Hpv test primario. Risultati per coorti di invito. Periodo 2013-2020.


**il denominatore della DR è inferiore rispetto al numero di test effettuati presenti in questa tabella perché hanno fornito i dati per questo indicatore un numero inferiore di programmi rispetto a quelli che hanno inviato il dato per il calcolo dei test effettuati.

La distribuzione per età delle donne che hanno effettuato un test (Tabella 7) mostra una variazione della proporzione per fasce di età nei diversi anni. Questo può determinare in parte alcune variazioni degli indicatori riportati nella tabella precedente.

Tabella 7. Screening con test Hpv primario. Adesione corretta per fasce di età*. Periodo 2017-2020.


*i dati suddivisi per fasce d'età non sono stati forniti da tutti i programmi.