EUCanScreen: la JA europea sugli screening oncologici

Una riflessione sulla nuova Azione congiunta europea "EUCanScreen" a cura di Paola Mantellini, responsabile della S.C. Screening e prevenzione secondaria dell’Ispro della Regione Toscana e direttrice dell’Ons. 

La necessità di ribadire l’obiettivo di piena implementazione dei tre screening oncologici (mammella, cervice uterina e colonretto), che in Italia ai sensi del DPCM del 12 gennaio 2017 sono ricompresi nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), trova giustificazione nelle importanti disomogeneità che si osservano a livello europeo con molti Paesi, specialmente quelli di più recente introduzione nella Comunità europea, che sono ancora molto lontani dal garantire questo intervento di sanità pubblica alla totalità dei cittadini e dall’offrirlo con livelli di qualità adeguati.

Il nostro Paese è fra quelli che invece dimostra una discreta solidità, ma l’ambizioso obiettivo europeo di garantire l’offerta di questi tre screening ad almeno il 90% degli aventi diritto entro il 2025 rappresenta una sfida di non poco conto anche per noi. A questo proposito, il biennio 2024-2025 è quello in cui andranno fatti i massimi sforzi da una parte per ridurre il gradiente Nord-Sud che osserviamo da decenni e dall’altra per rafforzare in particolare lo screening colorettale.

Il Consiglio europeo è ben consapevole che affinché lo screening sia realmente efficace non basta inviare una lettera di invito e per questo motivo, nel corposo documento pubblicato, il Consiglio fornisce una serie di indirizzi su “come” gli screening dovrebbero essere implementati e invita i Paesi Membri a declinare queste indicazioni nei propri contesti, ma all’interno della dimensione europea e in una ottica di massima condivisione, sempre orientata all’equità e qualità.

Per facilitare questo percorso, la Comunità Europea ha quindi inteso investire in una Joint Action, denominata EUCanScreen, che prevede un finanziamento di 31 milioni di euro e ha visto la partecipazione di tutti gli Stati membri a cui si sono aggiunti Islanda, Norvegia e Ucraina. Le azioni congiunte sono iniziative concordate tra la Commissione europea e i ministeri della Salute o comunque le autorità responsabili della Salute dei vari Paesi ed EUCanScreen ha proprio lo specifico obiettivo di valutare la fattibilità delle indicazioni del Consiglio nei contesti dei singoli Paesi, condividere esperienze e buone pratiche e favorire la massima uniformità di percorso e offerta per tutti i cittadini europei. In particolare, attraverso l’adozione e applicazione di azioni condivise, si vuole ridurre il carico di malattia in un’ottica di sostenibilità e particolare attenzione alla riduzione delle diseguaglianze. A prescindere dalla tipologia di screening su cui si opererà, sarà fondamentale che i paesi convolti concentrino i propri sforzi per garantire un governo adeguato, un monitoraggio efficiente e una formazione continua e di qualità.

L’Italia, coordinata dall'Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro) che è stato nominato Autorità competente dal ministero della Salute e svolge la funzione di coordinamento operativo dell’Osservatorio nazionale screening (Ons), partecipa con numerosi enti (Azienda Usl – Irccs Reggio Emilia, Centro di prevenzione oncologica Città della Salute e della Scienza Torino, Promis Vicenza, ministero della Salute, Università Cattolica di Roma, Istituto nazionale tumori, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Milano, Regione Marche, Regione Lombardia, Istituto superiore di sanità) che hanno sviluppato grandi competenze in questo ambito. Tutti i centri partecipanti sono coinvolti nei vari workpackages (in tutto 11) della Joint Action in funzione delle proprie competenze e complessivamente l’Italia è chiamata a coordinare uno specifico workpackage, il cui obiettivo è quello di approfondire tutte le tematiche inerenti agli screening personalizzati.

 

24 gennaio 2024