Considerando anche i programmi di screening colorettale, più di cinque milioni di lettere di invito a un test di screening sono state spedite nel corso del 2004 e più di 2 milioni e 300 mila sono stati i test eseguiti in seguito a questi inviti. Lo riferisce il quarto rapporto dell’Osservatorio nazionale screening che riporta i progressi relativi all’estensione e alla qualità dei programmi di screening organizzati per la prevenzione dei tumori femminili (mammografico e citologico), ma anche la prima indagine sullo stato di avanzamento dei programmi di screening per i tumori colo rettali.
Nel 2004, più del 68% della popolazione femminile italiana, di età compresa fra i 50 e i 69 anni, risiede in un’area geografica dove è attivo uno screening mammografico. Un’estensione simile si ha anche per lo screening citologico che raggiunge nel 2004, il 63% delle donne fra i 25 e i 64 anni. Permane un gap fra Centro-Nord e Sud, anche se si registrano significativi miglioramenti nelle Regioni meridionali.
Riguardo allo screening colorettale, nel 2004 i programmi attivi coprono poco più del 10% del territorio nazionale, ma questo dato rappresenta solo il punto di partenza: nel corso del 2005 si sono aggiunte nuove Regioni (come l’Emilia Romagna e la Basilicata) e sono stati avviati importanti programmi (per esempio Città di Milano). Inoltre, i dati principali raccolti nella prima survey del Giscor indicano che l’estensione si colloca generalmente intorno al 50%, con le eccezioni di programmi attivi in aree molto ristrette, dato che può ritenersi soddisfacente considerando che molti programmi sono stati avviati nel corso dell’anno di indagine.
Per maggiori dettagli, scarica il rapporto completo (pdf 4,5 Mb).