Marco Zappa, direttore Ons
20 dicembre 2013 - Il documento “Giurie di cittadini per la salute: il caso modello dello screening per il carcinoma della prostata” è la deliberazione finale della Giuria dei cittadini competenti sull’utilizzo del test dell’antigene prostatico specifico (Psa) nella popolazione generale. La domanda a cui doveva rispondere la giuria era la seguente: ‘Il Servizio sanitario nazionale deve sconsigliare o consigliare il Psa come test di screening individuale per tumore della prostata in uomini di 55-69 anni?” L’idea che sta dietro all’iniziativa è quella della democrazia deliberativa. La democrazia deliberativa Roberto Satolli, uno dei promotori dell’iniziativa, la spiega così:
“È difficile staccarsi dall'idea della democrazia rappresentativa, dove ciascuno sta lì a rappresentare una parte, e le decisioni si prendono a maggioranza, per abbracciare il concetto di democrazia deliberativa, dove ciascuno deve ragionare da una prospettiva generale, per arrivare a una decisione unanime, o quasi. Ovviamente non si tratta di sostituire una forma di democrazia con l'altra, ma di utilizzare la seconda per casi specifici (come quelli che richiedono di valutare temi tecnici complessi), chiedendo a un piccolo campione di cittadini (in tutto il mondo le giurie sono di 15-20 persone massimo) la disponibilità a "digerire" molte informazioni difficili ma indispensabili per decidere razionalmente.”
L’ipotesi di lavoro è quella che temi controversi, dove le posizioni stesse delle varie comunità scientifiche e sanitarie sono contrastanti, possano essere affrontati e risolti dal punto di vista delle decisioni da prendere da un gruppo di cittadini laici debitamente informati.
Ho partecipato al lavoro preparatorio sui materiali da sottoporre ai cittadini e all’assise dove si è discusso con la giuria dei cittadini: devo dire che è stata una esperienza interessante, e non solo per il confronto con soggetti diversi da quelli che parlano all’interno di un consesso scientifico. È una metodologia di lavoro probabilmente utile come elemento di aiuto nella definizione di un processo decisionale, anche se rimane l’impressione che una che tale giuria (così come l’opinione pubblica) sia molto sensibile a elementi apparentemente irrazionali, come ad esempio la capacità oratoria di chi presenta i risultati.
Nel 2012, il ministero della Salute ha chiesto all’Osservatorio nazionale screening (Ons) di scrivere un documento di indirizzo per i decisori regionali. Il documento della Giuria dei cittadini arriva a conclusioni simili al documento dell’Ons su molti aspetti, anche se su un punto si differenzia in maniera non significativa. Infatti (anche perché doveva rispondere alla domanda molto secca se il Servizio sanitario nazionale doveva ”sconsigliare o consigliare” il Psa come test di screening) la Giuria conclude che il Servizio sanitario deve sconsigliare. Il documento dell’Ons, invece, afferma che il test deve essere “sconsigliato” (se vogliamo usare la stessa terminologia) sopra i 70 anni di età, mentre per gli uomini più giovani si devono creare le condizioni per una scelta pienamente informata (che oggi non esiste) sui vantaggi e gli svantaggi di tale esame come test preventivo.