Di Anna Iossa, Gisci
Uno degli obiettivi del gruppo italiano per lo screening del carcinoma cervicale (Gisci) è quello di creare e divulgare materiale informativo di qualità per le donne sulla prevenzione del tumore del collo dell’utero e in particolare sul Papillomavirus (Hpv), un argomento molto complesso di difficile comprensione e che può indurre ansia e perplessità. Se comunicare sullo screening e sull’Hpv è difficile per le donne italiane lo è ancora di più per le donne straniere. Consapevoli di questo, nell’ambito del Gisci si è costituito un gruppo di lavoro che ha prodotto un materiale informativo sul Pap test e sul test Hpv di screening in italiano e tradotto nelle lingue straniere più diffuse in Italia.
Il materiale è consultabile e scaricabile sul sito del Gisci.
La mancanza di un’adeguata informazione delle donne straniere può rappresentare una barriera all’accesso alla prevenzione ed essere quindi uno dei motivi della loro minore partecipazione allo screening osservata nelle survey dei programmi di screening in Italia.
Nel 2014 il Gisci ha pubblicato i risultati di una survey nazionale sulla partecipazione ai programmi di screening delle donne straniere (dati 2009-2011). Alla survey hanno partecipato 48 programmi di screening italiani su 120. La percentuale di donne nate all’estero sulla popolazione invitata era del 14%. La partecipazione allo screening delle donne straniere rispetto alle donne italiane era minore, sia fra le donne invitate a fare il Pap test (42% vs 47%), sia fra quelle invitate a fare un test Hpv (47% vs 58%). Fra le donne nate all’estero invitate a fare il Pap test è stato individuato un sottogruppo di donne provenienti dai paesi a forte pressione migratoria (12% di tutte le donne) che hanno mostrato una minore adesione allo screening rispetto alle donne italiane (39% vs 42%). Se ad un’analisi superficiale il gap di adesione potrebbe non sembrare così rilevante, l’analisi di dettaglio evidenzia che questa differenza aumenta con l’età e il rischio relativo età specifico di una diagnosi di lesioni della cervice nelle nate all’estero aumenta con l’età. Inoltre, il rischio di lesione di alto grado è del 75% maggiore nelle screenate straniere, accentuando di fatto la forbice tra le due popolazioni.
Una survey successiva realizzata in regione Toscana (dati relativi al 2017) ha suddiviso la popolazione fra donne nate nei paesi a sviluppo avanzato (incluso l’Italia) e quelle nate nei paesi a forte pressione migratoria (19% della popolazione invitata). La partecipazione allo screening cervicale di queste donne era inferiore a quella delle donne nate nei paesi a sviluppo avanzato (43% vs 55%).
Se uno screening si propone di ridurre le disuguaglianze di accesso, allora un’informazione efficace e accessibile può rappresentare un valido strumento per aumentare l’adesione. Proprio per aumentare l’accessibilità all’informazione delle donne straniere il materiale realizzato in italiano è stato tradotto in nove lingue. Per sceglierle le lingue nel modo meno arbitrario e più ponderato possibile è stata condotta un’analisi dei dati più aggiornati relativi alla popolazione immigrata residente in Italia. La traduzione del materiale informativo è stata affidata a un’agenzia specializzata ed è stata realizzata e revisionata da madrelingua. Il gruppo di lavoro ha deciso inoltre di tradurre anche le informazioni brevi sull’Hpv (100 domande Hpv) aggiornate nel 2018. Il materiale dopo la traduzione è stato testato da 14 donne di madre lingua straniera che parlavano correntemente anche l’italiano, portando ad una revisione ulteriore dei testi. Questo materiale pubblicato sul sito del Gisci è stato messo a disposizione dei programmi di screening italiani e di tutti quei servizi sanitari che possono beneficiarne.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito del Gisci.