Carlo Naldoni – Responsabile programmi di screening in oncologia - Assessorato alle politiche per la salute - Regione Emilia-Romagna
23 gennaio 2015 - Il documento “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei Centri di senologia” (pdf 5,8 Mb), approvato dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 18 dicembre 2014, risponde ad una direttiva europea del 2006 che impegna tutti i paesi membri ad attivare sul proprio territorio nazionale le breast units entro il 2016.
Il documento indica le modalità di organizzazione e operative per la senologia in Italia. Ridefinisce in particolare il ruolo delle breast units come percorsi diagnostico-terapeutici, debitamente coordinati, omogenei, unitari, integrati, multidisciplinari dedicati alla diagnosi dei tumori della mammella sia per i casi provenienti dai programmi organizzati di screening di popolazione (oramai poco meno del 50% dei tumori incidenti), sia per i casi clinici in donne sintomatiche o su presentazione spontanea al di fuori delle fasce di età dello screening mammografico, alla mappatura e gestione del rischio genetico familiare, alla terapia chirurgica, radioterapica oncologica e palliativa, oltre che come centro di riabilitazione e recupero funzionale e di counseling psicologico.
Come già da diversi anni dimostrano i programmi di screening mammografico di popolazione organizzati, che hanno da sempre adottato ed insegnato queste modalità operative e di controllo dell’attività, ciò consentirà di poter monitorare complessivamente tutti gli interventi riguardanti i tumori mammari con strumenti, indicatori e standard di riferimento adeguati riguardanti tutto le fasi del percorso stesso, sia per quanto riguarda l’adeguatezza, l’appropriatezza, l’efficienza, l’efficacia, la qualità e gli esiti in termini di salute per le donne rispetto agli interventi eseguiti.
Gli interventi di senologia vengono pertanto unificati in un unico percorso che ha per obiettivo il miglioramento della salute della donne, soprattutto rispetto la mortalità per cancro alla mammella responsabile ancora oggi di circa 13 mila decessi l’anno a fronte di circa 46 mila nuovi casi per anno diagnosticati (dati 2012).
Cosa cambia per le Regioni?
Le Regioni, una volta recepito formalmente il documento, dovranno attuarlo su tutto il proprio territorio, attivandole dove non presenti o verificandone la completezza e la funzionalità là dove già presenti, rispetto a quanto indicato sullo stesso, controllando e monitorando in maniera più efficace l’andamento e la funzionalità delle breast units e dei percorsi ad esse collegati ed i risultati ottenuti.
Per garantire la massima efficacia degli interventi le Regioni dovranno adottare ed applicare criteri di accreditamento (ispirati ai criteri Eusoma) del percorso funzionale nonché delle strutture che fanno parte del percorso stesso che possano garantire il massimo della qualità, dell’appropriatezza e della sicurezza di questo percorso oncologico.
È sicuramente un passo avanti in questo settore, anche se ulteriormente migliorabile, che dovrebbe garantire, se correttamente applicato su tutto il territorio nazionale, a tutte le donne un intervento complessivo qualificato ed omogeneo su tutto il territorio nazionale.