Francesca di Stefano e Nereo Segnan, del Centro di riferimento per l’epidemiologia e la Prevenzione oncologica in Piemonte (Cpo Piemonte)
28 novembre 2014 - A fine ottobre di quest’anno è stato pubblicato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro l’aggiornamento del Codice europeo contro il cancro (Ecac).
Il Codice è un'iniziativa della Commissione europea per informare i cittadini in merito alle azioni che possono intraprendere, per se stessi e per le loro famiglie, allo scopo di ridurre il rischio di cancro. L'attuale quarta edizione si compone di dodici raccomandazioni che la maggior parte delle persone possono seguire, senza avere particolari abilità e senza bisogno di essere consigliati. È stato stimato che quasi la metà di tutti i decessi per cancro in Europa potrebbe essere evitato, se ognuno seguisse le raccomandazioni.
La prima edizione dell’Ecac era stata pubblicata nel 1987. La quarta edizione è stata preparata nel 2012-2013 da esperti provenienti da tutta l'Unione europea, in un progetto coordinato dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e finanziato dal programma dell'Ue per la salute.
Il lavoro di aggiornamento del codice è avvenuto a livello multidisciplinare, con un’organizzazione per gruppi di lavoro incaricati di raccogliere e analizzare l’evidenza scientifica. Supporto scientifico e tecnico ai gruppi di lavoro è stato fornito da epidemiologi esperti in revisioni sistematiche, coordinati dal Centro di riferimento per l’epidemiologia e la prevenzione oncologica in Piemonte (Cpo).
Il codice è stato pubblicato su pagine web dedicate all’interno del sito della Iarc, con la possibilità di accedere, per ogni raccomandazione, a spiegazioni e approfondimenti in plan language e presto ne sarà disponibile la traduzione in tutte le lingue dell’Unione Europea. L’Ecac è stato pensato nell’ottica di un’integrazione tra prevenzione primaria e secondaria e riguarda quindi sia gli stili di vita che la partecipazione agli screening.
Il processo di analisi dell’evidenza per gli screening, e in genere per gli interventi di prevenzione, ha visto i seguenti passaggi: definizione di quesiti (popolazione, intervento, controllo, outcome, tipo di studio - Picos) pertinenti per la materia di ricerca; valutazione della qualità metodologica degli studi recuperati per mezzo di criteri estratti da checklist pubblicate e validate; preparazione di tabelle di sintesi con le informazioni cliniche più rilevanti e il livello di evidenza sui quesiti posti dagli esperti.
È stata enfatizzata l’importanza di partecipare a programmi di screening organizzati in quanto questi forniscono le condizioni migliori per garantire la qualità e l’appropriatezza dei percorsi di screening. Lo screening è consigliato solo per quei tumori in cui l’effetto sulla mortalità sia sostanzialmente superiore ai potenziali danni.
Per il cancro del colon-retto, si consiglia di invitare uomini e donne a partire da età 50-60 anni ad intervalli di 2 anni, se il test di screening è il test basato sul guaiaco o quello immunochimico, oppure ogni 10 anni o più se il test di screening è la sigmoidoscopia o la colonscopia totale. Si suggerisce di continuare ad invitare allo screening fino all’età di 70-75 anni.
Per il cancro al seno, si consiglia di invitare le donne a partire all'età di 50 anni e non prima dei 40 anni con intervallo di 2 anni fino all'età di 70-75 anni.
Per il cancro del collo dell'utero, se si utilizza il pap-test come test primario di screening, si raccomanda di invitare le donne a partire all'età di 25-30 anni con intervallo di 3 o 5 anni. Se si utilizza il test del Dna-Hpv, come test primario di screening, (il co-testing Pap test e Hpv non è raccomandato) le donne sono da invitare a partire all'età di 35 anni (di solito non prima dei 30 anni) con intervallo di 5 anni. Indipendentemente dal test utilizzato , si raccomanda che le donne continuino a partecipare allo screening fino all'età di 60 o 65 anni, e anche oltre se i risultati dei test più recenti non sono normali.
Sulle pagine web del Codice sono fornite informazioni anche sull’importanza di partecipare in modo continuativo ai programmi di screening, sul rischio che si verifichino dei falsi-negativi, sulla possibilità che insorgano cancri-intervallo, sugli approfondimenti da effettuare in caso di risultato anormale e sugli effetti negativi dello screening.
Risorse utili:
- consulta il sito dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.